Sulla rivista scientifica Jama Oncology è stata pubblicata una ricerca che afferma come le persone con una cattiva igiene orale abbiano un rischio triplicato di sviluppare un tumore al pancreas – rispetto a chi si lava i denti a sufficienza. Ecco perché.
L’osservazione salivare
Il team di ricerca ha individuato un totale di 27 microrganismi, tra batteri e funghi orali, esaminando le specie microbiche presenti nella bocca di 122.000 persone sane statunitensi.
Gli scienziati hanno, quindi, utilizzato i dati di due grandi coorti epidemiologiche americane – l’American Cancer Society Cancer Prevention Study-II Nutrition Cohort e il PLCO (Prostate, Lung, Colorectal, and Ovarian Cancer Screening Trial) – da cui hanno estratto i campioni orali menzionati prima (cioè saliva o altri materiali dalla bocca).
Successivamente, sono stati confrontati i campioni orali “prediagnostici” di chi poi ha sviluppato il tumore con quelli dei controlli (persone simili in età, sesso, etnia, tempo trascorso da quando è stato preso il campione): questo è servito a indagare se determinate specie batteriche o fungine fossero più frequenti in chi poi si era ammalato.
Per analizzare la diversità e la composizione del microbiota, sono stati utilizzati metodi di sequenziamento (whole-genome per i batteri, ITS per i funghi) e test statistici.
Cosa è emerso?
Dalle circa 122.000 persone che avevano fornito campioni orali, 445 hanno sviluppato cancro al pancreas nel follow-up medio di circa 8,8 anni.
In questi soggetti, si è notato come fossero presenti alcuni batteri specifici associati a malattie gengivali, come:
- Porphyromonas gingivalis;
- Eubacterium nodatum;
- Parvimonas micra.
Il team ha trovato anche altre specie batteriche che aumentano il rischio, e alcune che lo riducono: ad esempio, il fungo del genere Candida è risultato associato a rischio più alto.
I ricercatori non si sono limitati a guardare singole specie batteriche o fungine, ma hanno provato a sintetizzare tutte le informazioni in un unico indicatore: il Microbial Risk Score (MRS).
In pratica, hanno preso l’insieme di microrganismi che nelle analisi risultavano più frequentemente associati al rischio di cancro al pancreas e hanno creato un punteggio che tiene conto della loro presenza o abbondanza nel campione orale:
Quando hanno confrontato i punteggi con i casi di cancro al pancreas, hanno visto un legame molto forte: ogni aumento di uno “scarto-tipo” nel punteggio (cioè un passo standardizzato in più) faceva crescere di oltre tre volte la probabilità di sviluppare la malattia, anche dopo aver corretto per altri fattori come età, fumo, indice di massa corporea, ecc.
Prospettive future e limiti
Questi risultati suggeriscono che il microbiota orale può essere un biomarcatore non invasivo per identificare chi ha un rischio aumentato di cancro al pancreas: prendere un campione orale, infatti, è relativamente semplice rispetto a test invasivi o diagnostiche complesse.
Servono comunque ulteriori studi per confermare questa tesi, ma se così fosse questa nuova metodologia potrebbe servire a stratificare il rischio: selezionare persone su cui fare sorveglianza più intensa, magari screening, o incoraggiare interventi preventivi. Inoltre, evidenzia anche l’importanza della salute orale – non in fatto di carie o gengiviti.
Lo studio, però, non è esente da criticità: pur essendo un’osservazione prospettica, non dimostra un nesso causa-effetto: non si può dire con certezza che questi microrganismi causino il cancro al pancreas, solo che c’è un’associazione.
Inoltre, dal momento che il follow-up è lungo ma non infinito, potrebbero esserci cambiamenti nel microbiota dopo il campione iniziale che non sono stati catturati. Infine, non è detto che il risultato sia uguale in popolazioni non statunitensi o in contesti con diversa dieta, igiene orale, abitudini socio-economiche.
- se il punteggio MRS è basso, significa che la flora orale è più simile a quella dei soggetti sani;
- se è alto, indica che assomiglia di più al profilo di chi si è ammalato.
Fonte: Mattia Zamboni per Pazienti.it