La placca dentale è un biofilm invisibile composto da batteri e residui alimentari che aderisce non solo ai denti, ma anche a lingua, gengive, apparecchi e protesi. Oltre che sui denti, la placca si accumula sulla lingua, sugli apparecchi ortodontici, sulle gengive e persino su impianti e corone, alimentando infiammazione e alitosi.
Se non eliminata ogni giorno, la placca si indurisce in tartaro, favorendo gengivite e parodontite. Solo il dentista può rimuoverla una volta calcificata. Spazzolamento corretto, filo interdentale, pulizia della lingua, alimentazione equilibrata e detartrasi periodica sono le strategie più efficaci.
Cos’è davvero la placca dentale?
La placca dentale è una sottile pellicola biologica composta da batteri, residui di cibo e saliva che si forma continuamente nella bocca. Gli esperti la definiscono biofilm orale, un ecosistema complesso in cui convivono microrganismi buoni e patogeni. Quando l'equilibrio microbiologico della placca dentale viene meno (per colpa di una pulizia scorretta o troppo frettolosa), i batteri nocivi prendono il sopravvento, producendo acidi che corrodono lo smalto e sostanze infiammatorie che irritano le gengive.
La placca inizia a formarsi già entro poche ore dal lavaggio dei denti e, se non rimossa entro 24-72 ore, tende a mineralizzarsi diventando tartaro, una massa dura e aderente che solo il dentista può eliminare con strumenti professionali. Molti la reputano e la conoscono solo come un problema estetico, ma in realtà la placca è una dei principali fattori all'origine di gengivite, carie e parodontite. Probabilmente è la sua capacità di annidarsi in aree invisibili a spiegare perché spesso si sottovaluti la sua presenza.
Come si forma la placca dentale
A ogni pasto, i batteri presenti nella bocca si nutrono degli zuccheri e dei residui di cibo rimasti sulle superfici orali. In risposta, producono sostanze appiccicose che li aiutano ad aderire ai denti e ai tessuti molli, creando una pellicola che si ispessisce con il tempo. A favorire questo processo sono fattori come la ridotta salivazione, una dieta ricca di zuccheri semplici, un'igiene orale irregolare o poco accurata, e/o la presenza di apparecchi ortodontici. Secondo la Cleveland Clinic, bastano 48 ore di scarsa pulizia per permettere alla placca di iniziare a calcificarsi. Una volta indurita, si trasforma in tartaro, aprendo la strada a infiammazioni gengivali e, nel lungo periodo, a disturbi parodontali più gravi.
I luoghi insospettabili dove si nasconde la placca
Sulla lingua
La lingua è una delle aree più trascurate durante l'igiene orale, ma anche una delle più colonizzate dai batteri. Le papille gustative e le microfessure della sua superficie trattengono residui alimentari e cellule morte che, se non rimossi, formano una patina biancastra. Questa patina è tutt'altro che innocua: rappresenta una vera riserva di batteri in grado di colonizzare nuovamente i denti anche dopo un accurato spazzolamento. Uno studio del National Institutes of Health (NIH) ha dimostrato che la pulizia della lingua riduce sensibilmente i composti solforati volatili, i principali responsabili dell'alitosi. L'uso quotidiano di un raschietto linguale o di uno spazzolino dedicato, quindi, è fondamentale per completare la pulizia e migliorare anche la percezione del gusto.
Sulle gengive e negli spazi interdentali
Molte persone lavano i denti con cura, ma trascurano le gengive. È proprio lungo il margine gengivale che la placca tende ad accumularsi, causando infiammazione e sanguinamento. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), oltre il 70% degli adulti presenta segni di gengivite dovuti all'accumulo di placca. Quando l'irritazione diventa cronica, può estendersi ai tessuti di supporto del dente, dando origine alla parodontite. Gli spazi interdentali sono un'altra zona critica, difficilmente raggiungibile dallo spazzolino. L'uso quotidiano di filo interdentale e/o scovolini è l'unico modo per interrompere la formazione di placca in questi punti nascosti, dove inizia spesso la carie da contatto.
Su apparecchi ortodontici e protesi
Gli apparecchi fissi e le protesi mobili rappresentano superfici ideali per l'adesione del biofilm batterico. Le staffe, i fili metallici e le resine creano microspazi in cui i residui di cibo possono accumularsi, favorendo la formazione di placca e conseguenti cattivo odore e macchie bianche (per demineralizzazione dello smalto). Come riporta la Mayo Clinic, chi porta l'apparecchio è più soggetto a gengiviti localizzate e alla demineralizzazione dello smalto placca-dipendente. Per ridurre il rischio, è importante utilizzare spazzolini ortodontici, scovolini specifici e, quando consigliato, irrigatori orali che aiutano a rimuovere i residui sotto i fili metallici. Ovviamente, anche una detartrasi professionale regolare è fondamentale a mantenere la bocca sana durante i trattamenti ortodontici.
Su impianti e corone dentali
La placca dentale può interessare anche le superfici artificiali come corone e impianti. Sebbene siano materiali biocompatibili, infatti, possono trattenere batteri, soprattutto nelle giunzioni con il tessuto gengivale. Quando il biofilm si accumula attorno agli impianti, può provocare mucosite o, nei casi più gravi, periimplantite, infiammazioni che compromettono la stabilità dell'impianto. Gli esperti della Harvard School of Dental Medicine sottolineano che una pulizia regolare e movimenti delicati con spazzolini a setole morbide e controlli periodici dal dentista sono fondamentali per proteggere queste strutture da complicanze spesso silenziose.
Quando la placca diventa tartaro: cosa succede nel tempo
Con il passare dei giorni, la placca subisce un processo di mineralizzazione: i sali di calcio e fosfato presenti nella saliva si depositano al suo interno, rendendola dura e ruvida. È così che si forma il tartaro, una sostanza che facilita ulteriormente la crescita batterica. La Cleveland Clinic ricorda che il processo di formazione del tartaro può iniziare già dopo 48 ore, rendendo impossibile la rimozione con lo spazzolino. Oltre a essere un problema estetico, la presenza cronica di tartaro alimenta l'infiammazione delle gengive, causa retrazione gengivale e aumenta il rischio di perdita dei denti, in quanto fattore di rischio per la parodontite. L'unico modo per eliminare il tartaro è la detartrasi professionale, un trattamento che utilizza ultrasuoni per disgregare i depositi in profondità senza danneggiare lo smalto.
Come prevenire (davvero) la placca in ogni punto della bocca
La prevenzione della placca richiede costanza e metodo. Spazzolare i denti almeno 2 volte al giorno per 2 minuti, con i movimenti corretti e nel rispetto delle gengive, resta la prima regola d'oro. Una buona igiene orale, tuttavia, non si ferma qui e non è tutto. Il dentifricio impiegato deve contenere fluoro, il quale è fondamentale rinforzare lo smalto.
Bisogna eseguire quotidianamente e in modo accurato la pulizia della lingua; si tratta di un gesto tanto semplice quanto determinante per eliminare le colonie batteriche che possono rinnovare più velocemente la placca. Se il dentista ha indicato l'uso di un collutorio, è consigliabile seguire le sue istruzioni relativamente alla tipologia di prodotto e al dosaggio.
Importante, poi, è l'alimentazione. Ridurre zuccheri semplici e bevande acide, preferire alimenti fibrosi e bere molta acqua stimola la salivazione, che agisce come un "lavaggio naturale" contro la placca. Infine, bisogna ricordarsi di svolgere una visita odontoiatrica indicativamente ogni 6-12 mesi: questa consente di intercettare precocemente eventuali accumuli invisibili di placca, preservando l'equilibrio dell'intero cavo orale.
Perché la salute orale influenza tutto il corpo
Oggi, è noto con certezza che la salute della bocca influisce sul benessere generale. I batteri che originano dalla placca possono entrare nel flusso sanguigno e contribuire a infiammazioni sistemiche. Ricerche pubblicate su Journal of Clinical Periodontology e Harvard Health Publishing mostrano un legame tra malattie gengivali, diabete e rischio cardiovascolare. Anche durante la gravidanza, la placca non controllata può aumentare il rischio di parto pretermine e basso peso alla nascita. La bocca, dunque, può considerarsi una finestra sullo stato di salute di tutto l'organismo. Curarla non significa solo preservare un bel sorriso, ma prendersi cura di sé nel senso più completo.
Conclusioni
Oltre che sulla superficie dentale, la placca dentale si nasconde in luoghi che spesso si trascurano o ignorano, ma che hanno un ruolo chiave nel determinare la salute della bocca nel suo insieme. È una presenza silenziosa che, se trascurata, può compromettere non solo il sorriso, ma anche l'equilibrio dell'intero organismo. Pulire accuratamente ogni angolo e spazio, compresi lingua, gengive, apparecchi e impianti, non è un eccesso di zelo, ma un atto di consapevolezza quotidiana.
Fonte: Dott. Antonio Griguolo per My-personaltrainer.it